SORRENTOMEETING 2013 – Comunicato Finale
Sarà il Vietnam il Paese ospite dell’edizione 2014 del SorrentoMeeting, l’evento economico internazionale organizzato dall’OBI, l’Osservatorio Banche – Imprese di Economia e Finanza. Ad annunciarlo, davanti ad una selezionata platea di rappresentanti del mondo accademico, economico, finanziario e imprenditoriale, è stato l’ambasciatore del Vietnam a Roma, Nguyen Hoang Long. Il diplomatico ha anche dichiarato che nel 2014 le iniziative dell’ambasciata asiatica in Italia si concentreranno principalmente sulle regioni del Mezzogiorno. In chiusura dei lavori del SorrentoMeeting 2013 il direttore generale dell’OBI, Antonio Corvino, con riferimento alla proposta della prof.ssa Maria Paola Pagnini, dell’Università Niccolò Cusano, accolta con grande partecipazione dall’assemblea del meeting, ha informato che l’Osservatorio redigerà un documento per ricordare l’alto senso civico dimostrato dai cittadini di Lampedusa in occasione della tragedia dello scorso Luglio, e per promuovere una petizione per la candidatura dell’isola al Premio Nobel per la Pace. Il tema dell’immigrazione è stato tra gli argomenti dibattuti nel corso della due giorni, in una sessione nella quale è intervenuto in qualità di keynote speaker il presidente dell’Istat Antonio Golini. “L’emigrazione internazionale è come un trapianto biologico. Necessita di preparazione e gradualità, altrimenti avviene un rigetto.
Noi non sappiamo quanti migranti possiamo accogliere, ma l’Unione Europea non ha sinora adottato politiche efficaci – ha dichiarato il presidente dell’Istituto nazionale di statistica – Bisogna affrontare due problemi: il Mezzogiorno d’Italia diventato un iceberg staccato dal continente, e l’Africa subsahariana che premerà sull’Europa nei prossimi anni a causa della crescita demografica e della necessità di posti di lavoro”. Secondo Golini possibili soluzioni per fronteggiare l’emergenza sono “potenziare l’idea di Sarkozy dell’Unione del Mediterraneo, un piano Marshall per il Nord Africa e il Mediterraneo e realizzare una rete delle città del Mezzogiorno.” “La crisi economica non è ancora conclusa, e per superare “il tempo di mezzo” e avvicinarsi al “tempo del futuro” occorre riequilibrare la finanza pubblica, riscrivere le regole dell’Unione Europea e integrare le economie del Mediterraneo”. Così il presidente del Cnel, Antonio Marzano, che ha sottolineato come le politiche di sostegno della domanda e gli incentivi all’occupazione giovanile debbano andare di pari passo con un aumento della competitività delle imprese e con il miglioramento della qualità dell’offerta formativa. “Altrimenti – ha ammonito – si creerà una domanda di beni della quale beneficeranno le imprese estere e non ci saranno giovani con le competenze richieste dal mercato del lavoro”. La ripresa dell’economia italiana, secondo Marzano, è legata allo sviluppo del Meridione. “Ci sono settori su cui poter fare leva – ha osservato – Su tutti il turismo, soprattutto quello culturale, la logistica, le reti portuali, le infrastrutture idriche, le biologie alimentari e la produzione e distribuzione energetica”.
Giustizia fiscale e tutela delle imprese italiane nei confronti dei competitor internazionali. Li ha invocati Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera. “Google e Amazon non possono essere favorite rispetto ad una qualsiasi azienda italiana” ha detto Boccia, sottolineando la necessità di arrestare l’avanzata delle due piattaforme internazionali che non pagano le imposte a causa di un quadro normativo a loro favorevole”. “Google, per quanto autorevole, non può avere più vantaggi di un’azienda di Conegliano o Reggio Calabria – ha aggiunto – Amazon, primo operatore in Europa nel settore del commercio elettronico, ha sede in Lussemburgo e paga il 15% mentre le aziende che hanno sede nelle nostre città pagano il 22%. E’ un’asimmetria fiscale che deve finire”. Tra gli ospiti dell’edizione 2013 del SorrentoMeeting, il vice ministro turco dell’Economia Mustafa Sever, che ha illustrato il modello di sviluppo del proprio paese, il cui Pil è previsto dalla commissione europea in crescita del 3% nel 2013, dopo il +2,5% del 2012 e il +8,5% del 2011. “Alla base di questa crescita ci sono le riforme attuate a partire dalla crisi del 2001 – ha evidenziato Sever – I fattori che hanno permesso questa ripresa economica sono stati la stabilità dei governi, l’abbassamento del debito pubblico, la liberalizzazione del settore energetico, le chiusure delle industrie statali e delle banche inefficienti, e la lotta alla corruzione”. Sever ha inoltre sottolineato l’eccellente stato dei rapporti bilaterali tra Turchia e Italia. “Le relazioni commerciali tra i nostri paesi sono le più importanti del Mediterraneo. Attualmente il valore degli scambi tra Italia e Turchia è di 20,4 miliardi di dollari”. Altro modello di sviluppo analizzato nel corso del SorrentoMeeting, quello della Corea, con l’intervento di Young Rak Choi dello Science and Technology Policy Institute.
“Il Pil pro capite della Corea nel 1960 era uguale a quello dei paesi dell’Africa subsahariana. Negli anni siamo però riusciti a passare da un’economia di pesca ad un’economia di mercato – ha esordito lo studioso – Driver della crescita sono stati le esportazioni, il miglioramento industriale e lo sviluppo delle risorse umane”. Un lungo processo riassunto in tre tappe. “La prima, negli anni ’60 e ’70, in cui il governo esercitava un controllo delle misure finanziarie.La seconda, negli anni ’80, contraddistinta da una liberalizzazione dei mercati e dalla crescita degli istituti finanziari non bancari. La terza, dal 2000, con la nascita di un sistema basato pienamente su un’economia di mercato.” I modelli di finanza pubblica europeo e giapponese sono stati messi a confronto nell’intervento di Shumpei Takemori, professore della Keio University di Tokio. “I confini aperti dell’Europa spiegano il perché di un debito pubblico così alto, pur in presenza di bassi tassi di interesse. I confini aperti favoriscono il trasferimento di capitali. In Giappone le condizioni fiscali sono peggiori ma – ha spiegato Takemori – i confini non sono aperti ed è maggiore il potere di controllo per evitare il trasferimento dei capitali”. Secondo l’accademico, l’Europa è chiamata a scegliere tra quattro approcci per avere maggiore stabilità. “Il primo è il fiscal compact, gradito alla Germania, in cui si chiede ai governi di raggiungere determinati standard. Il secondo è l’Unione monetaria, ma è stata respinta. Il terzo è l’unione bancaria in cui la protezione del sistema è affidata ad un ente terzo. Il quarto è la chiusura dei confini.
E’ una valutazione politica complessa che andrebbe presa analizzando il rapporto tra costi e benefici”. Nella sessione “Debiti sovrani, fiscal compact e futuro dell’euro” sono intervenuti anche Bruno Amoroso, presidente del Centro Studi Federico Caffè di Roskilde, e Carmelo Cedrone (CESE) che hanno sottolineato l’estrema criticità e pericolosità delle attuali scelte europee relativamente all’euro, al fiscal compact e alla gestione dei debiti sovrani ad esso collegati. Dall’Unione Europea al caso Italia. L’economista Luigi Paganetto ha spostato indietro le lancette della crisi, portandole dal 2008 al 1994. “E’ da allora che la produttività del nostro sistema economico e produttivo risulta stagnante – ha spiegato – Negli anni ’80 l’economia cresceva grazie alla produzione ed esportazione di prodotti industriali e macchine utensili. Quella storia industriale virtuosa si è interrotta. Se non si dà corso ad una politica che rimedi a questa mancanza di aggiustamento strutturale della nostra economia non riusciremo a riprendere il cammino della crescita”. Un’intera sessione del SorrentoMeeting è stata dedicata alle dinamiche del credito, ai profondi mutamenti in atto nel sistema bancario e al ruolo svolto dalle banche cooperative e dalle banche del territorio nel sostegno alle pmi. “La crisi nasce da un problema tecnico: non avendo capitale, le banche non possono fare credito alle imprese – ha spiegato Rainer Masera, accademico ed ex ministro del Bilancio nel governo Dini – Poi si è aggiunto un secondo problema, cioè l’imposizione di un aggiustamento fiscale troppo rigido, in un contesto in cui la domanda interna è debole”. Masera ha effettuato un raffronto con il sistema del credito Usa. “In America le regole sono state graduate in base alla size degli istituti di credito facendo in modo che solo le banche più grandi abbiano regole più stringenti.
In Europa invece le banche sono state penalizzate dall’imposizione di regole uniche derivanti dai principi del mercato unico”. Dal presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara, una critica all’Europa sulle politiche eccessivamente liberiste. “La crisi ha cambiato gli scenari internazionali e ora si assiste ad un paradosso – ha affermato – Dagli Stati Uniti, patria del liberismo, arriva una lezione sui vantaggi dell’intervento pubblico in economia, mentre l’Europa, patria del welfare, sta invece sposando teorie liberiste”. Secondo Fara dalla crisi è giunta una lezione salutare per le economie avanzate. “Nessuno Stato può abbandonare l’economia nelle capacità autoregolative del mercato. Uno stato, per essere tale, deve poter contare su una politica di controllo e di compensazione del capitalismo finanziario”. Focus sulle politiche regionali dell’Unione Europea nell’intervento di Wolfgang Streitenberger, responsabile delle Politiche di Sviluppo della Commissione Europea. “Nel periodo 2014-2020 noi non sosteremmo più le infrastrutture nelle regioni avanzate ma solo in quelle non avanzate – ha spiegato, illustrando i contenuti della programmazione economica comunitaria – Ci sono alcune regioni che sono al di sotto del 75% della media europea. Queste riceveranno l’82% dei fondi strutturali. La maggior parte dei fondi verrà data ai Paesi meno sviluppati, che si trovano nell’area centrale o Sud dell’Europa. Abbiamo introdotto una concentrazione tematica per evitare la dispersione di fondi. Per le imprese del Sud abbiamo previsto che il 50% debba essere destinato a pmi, ricerca e innovazione, Ict, ed economia a bassa emissione di carbonio”.
Il Meeting ha dedicato una sessione, moderata da Cesare Imbriani, dell’Università La Sapienza di Roma, alle questioni connesse alla Finanza globale con un confronto assai stimolante tra la finanza islamica e quella occidentale, con la partecipazione tra gli altri di Marco Zupi (Cespi), Fadi Chamas (Arquaam Capital Investment) e Ali Soliman (British University in Egypt). “Il SorrentoMeeting 2013 si è proposto di analizzare i possibili scenari ed i nuovi equilibri che investono i Mezzogiorni d’Europa e il Mediterraneo tutto, nell’attuale momento storico da noi definito come “tempo di mezzo”, una sorta di medioevo con cui oggi siamo chiamati a fare i conti – ha osservato il presidente dell’OBI, Michele Matarrese – L’obiettivo è stato quello di proseguire ed approfondire il percorso conoscitivo già intrapreso negli anni scorsi, per portare i nostri Mezzogiorni e l’intero Mediterraneo verso il superamento degli attuali blocchi di natura finanziaria, economica e sociale, cercando di capire meglio il percorso da seguire attraverso un serrato confronto con le altre realtà economiche europee ed extra europee”. Tra le novità di questa edizione, un bando per l’assegnazione di 2 borse di studio, dell’importo di 2.500 euro cadauna, a favore di studenti delle scuole superiori e universitari della penisola sorrentina. “Daremo un giusto riconoscimento – ha sottolineato il vice presidente dell’OBI, Gaetano Mastellone – a giovani studenti che presenteranno una tesi sulle questioni dello sviluppo del territorio in una prospettiva euromediterranea. L’obiettivo è quello di perseguire importanti finalità educative, avvicinando i giovanissimi a tematiche come quelle economiche, estremamente attuali e oggetto, di anno in anno, del nostro meeting”.
Per il direttore generale dell’OBI, Antonio Corvino: “Il SorrentoMeeting 2013 è stato davvero straordinario. Per i temi trattati, per i relatori intervenuti, per i partecipanti. Tutti di straordinario spessore e consistenza. Il Sorrento Meeting si conferma luogo e spazio eletti a grimaldello teso a scardinare i pensieri unici e ad affermare il valore dei pensieri critici. Il senso del superamento del Tempo di Mezzo, autentico Medio Evo della globalizzazione, e’ tutto li. Il Sorrento Meeting – secondo il direttore generale dell’OBI – si propone come luogo della contaminazione tra i temi dell’economia, della finanza, della società, con i temi della cultura umanistica. La riscoperta dell’uomo e della sua cultura millenaria, sono posti al centro delle riflessioni del Meeting quale percorso per venire a capo dell’incredibile involuzione e degrado, direi, oscurantismo che avvolgono, in questo nuovo medio evo, l’Europa ed il Mediterraneo. Dal meeting è emersa la consapevolezza, sottolineata da molti autorevoli relatori sia nazionali che internazionali, che i percorsi scientifici ed i tecnicismi propri delle discipline economiche, finanziarie, gestionali, per quanto rigorosi, non potranno incidere sulla ricostruzione del consorzio umano oltre il tempo di mezzo, se non fecondate dall’approccio umanistico. La partecipazione ed il contributo di relatori di altissimi profilo e motivazione, provenienti da tutta Europa e dall’Area del Mediterraneo, nonché la presenza di una platea composta da economisti, sociologi, imprenditori e manager, rappresentanti istituzionali, rappresentanti del mondo bancario e giovani impegnati nei diversi campi del sapere, dell’economia e del fare, hanno garantito il successo del meeting ed hanno posto le basi di un impegno futuro, individuale e collettivo di grande prospettiva.”