Young-Rak-Choi“Il Pil pro capite della Corea nel 1960 era uguale a quello dei paesi dell’Africa subsahariana. Negli anni siamo però riusciti a passare da un’economia di pesca ad un’economia di mercato”. L’analisi è quella di Young Rak Choi dello Science and Technology Policy Institute della Corea, ospite della terza edizione del SorrentoMeeting, l’evento economico internazionale promosso dall’Obi. “Driver della crescita – ha spiegato lo studioso – sono stati le esportazioni, il miglioramento industriale e lo sviluppo delle risorse umane”. Un lungo processo riassunto in tre tappe. “La prima, negli anni ’60 e ’70, in cui il governo esercitava un controllo delle misure finanziarie. La seconda, negli anni ’80, contraddistinta da una liberalizzazione dei mercati e dalla crescita degli istituti finanziari non bancari. La terza, dal 2000, con la nascita di un sistema basato pienamente su un’economia di mercato.” La Corea è ora di fronte ad un bivio. Le esportazioni restano un fattore chiave per lo sviluppo, ma la strada per la crescita potrà passare attraverso ulteriori innovazioni tecnologiche, maggiore welfare sociale, e lo sviluppo di un’economia green.
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