IL SENSO DEL MOVIMENTO
Il Sorrento Meeting, ormai riconosciuto ambito di un fecondo dialogo delle classi dirigenti dei Mezzogiorni d’Europa e dell’area mediterranea, dopo aver sollecitato ampie, complesse ed internazionali riflessioni passando, nel corso degli anni, dai nodi gordiani e dalle soluzioni alessandrine alla bufera esistente e ai giovani nuovi Argonauti, oltre che agli scenari e ai nuovi equilibri di economia, finanza e società nel tempo di mezzo e alle transizioni sostenibili e alle visioni rovesciate, in questo suo quinto appuntamento guarda alla logistica e alla mobilità delle merci, cercando di far intravedere quel nuovo equilibrio mondiale a cui si tende, tutti insieme, travolti come siamo stati, e come siamo, dalla irrefrenabile ed ormai imperante globalizzazione.
E, in piena fedeltà all’idea nata con il suo primo manifestarsi, si è voluto sollecitare l’artista belga Christophe Demaitre (residente a Shanghai e quindi nomade per vocazione e per scelta con quel suo muoversi -tra andate e ritorni- nelle diverse parti del mondo), significativo esponente di quel multiculturalismo contemporaneo che si manifesta e sviluppa tra identità ed alterità, e che, ben oltre la pluralità dei medium, con quel loro mostrarsi tra pittura, scultura, fotografia e video, non può dimenticare il suo rivelarsi all’interno della frenetica vita quotidiana, a rappresentare con una sua opera il concept di questo nuovo incontro.
Come ben leggibile nell’immagine portuale che lo identifica, nella quale l’artista sembra aver fermato per un momento lo scorrere frenetico del tempo e delle cose, in una sorta di frame sintetico ed allusivo (quell’ovvio rinvio a Marc Augé e al suo “Non-lieux. Introduction à une antropologie de la surmodernité”), vuoi per la sua impaginazione globale che per gli elementi in essa raffigurati, tra significative cromìe ed evidenti percorsi narrativi che con immediatezza ci rimandano all’input datogli dalla committenza. Ossia a quei due termini logistica e mobilità che sono alla base del Sorrento Meeting 2015, e che si intersecano e sovrappongono al concetto di merce, intesa quale prodotto, cultura, scambio, dialogo, valore, collante di ogni mondo possibile; oltre che alle tante aggettivazioni degli stessi termini con il loro riferirsi ai materiali, al progetto, alla produzione, ai grandi volumi, ai sistemi complessi, ai flussi, ai supporti, ai ritorni.
Superando, però quell’esclusivo indugiare e arenarsi sul presente tipico del concetto di nonluogo, per acquisire una forte valenza positiva che rinvia all’auspicato ed ambìto futuro possibile.
Lasciandosi coinvolgere dal percepibile ma significativo senso di serenità effuso ed irradiato dalla simultaneità delle cromìe, con la vellutata luce dell’alba che diviene totalizzante emergenza cerulea su cui si visualizza il rincorrersi di segni raffiguranti profili e silhouettes ben definite quali ponteggi, gru, rampe di scale, tralicci, e di presenze figurali altrettanto significative, talvolta autonome e chiaramente decisionali, talaltra dialoganti e comunicative. Immaginando traiettorie indefinite e indefinibili tra popoli, idee, proposte ed interessi comuni, che possano portarci a nuovi modelli di pensiero e quindi alla crescita economica e sociale.
Ovvero al domani del mondo.
Autore
Christophe Demaître studied plastic art first in Courtrai, then in Gent, particularly in RikVermeersch and MichaëlBorremans’ studios. In the early 90’s, his work is oriented through photography research, and it is a time when he used to travel a lot through Europe and Asia. In 1997, he settled in Italy during six years, when he will come back to paintings, working on several academic technics.
Then, he starts to be renowned and he exhibits in prestigious institutions. He will also stay few times in Spain, in Barcelona, where he will get a lot of inspiration from the movement « Arte Povera ». All his travels inspired him to come back to experiment photography again. In 2003, he settled in Brussels where he continued the work he left years before.
In 2006, Christophe Demaître is invited by Island 6 Arts Center in Shanghai, a contemporary art center, where he developed his work using multimedia technologies. Fascinated by this super-dynamic city continuously expanding, not only demographic way but also in an artistic way, the artist decides to settle a second studio in Shanghai, and to live there some time during the year.
Nowadays his work is renown and belongs to public and private collections.